NEWSLETTER DELLA SCUOLA DI DOTTORATO UNISS
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La Newsletter e lo stato dei dottorati UNISS

Prof. Antonello Cannas (Direttore della Scuola di Dottorato dell’Università di Sassari)
Nasce, con questo primo numero, la Newsletter della Scuola di dottorato UNISS, una delle azioni che la Scuola ed i Corsi di Dottorato dell’Università degli Studi di Sassari conducono per far conoscere le proprie attività e, in particolar modo, quelle dei dottorandi, promuovendone le competenze e le ricerche.
La Newsletter è rivolta a tutte le componenti del nostro e di altri Atenei, ma anche al mondo esterno, quindi ai cittadini, agli enti pubblici ed a tutto il mondo della produzione e della formazione. Crediamo e speriamo che questa iniziativa possa far conoscere cosa facciamo, perchè lo facciamo, con quali risultati, quali sono le nostre speranze e le nostre ambizioni. Speriamo anche di ricevere da tutti i nostri lettori suggerimenti, non solo sulla qualità della Newsletter, ma, soprattutto, sulle attività della Scuola e di tutti i suoi Corsi di Dottorato.
La Newsletter, come tutte le attività che riguardano i dottorati di ricerca, è frutto di uno sforzo collettivo della Scuola, in particolare del dr. Riccardo Zallu e della dott.ssa Margherita Scanu, di tutti i Corsi di dottorato ed, in particolare, dei loro Coordinatori, i Proff. Michele Comenale Pinto, Stefano Enzo, Ignazio Floris, Vincenzo Pascucci, Leonardo Sechi, Fiorenzo Toso, Fiammetta Berlinguer, Dimitri Paolini, Maria Grazia Melis, Margherita Maioli, che con grande impegno ed entusiasmo gestiscono i loro rispettivi Corsi di dottorato di ricerca, e i rappresentanti dei dottorandi, la dott.ssa Arianna Dettori ed i dott.ri Pedro Pablo Fiorini e Luigi Vaira. A questo sforzo hanno contribuito, con il loro lascito di attività ed esperienze, coloro che di recente hanno completato i mandati di Coordinatori, quindi i proff.ri Andrea Piana, Raimondo Zucca e Massimo Onofri, e di rappresentanti dei dottorandi, la dott.ssa Maria Cristina Idini ed il dott. Cristiano Depalmas. Ovviamente ci siamo avvalsi del contributo di tanti uffici della nostra università, che ringraziamo per la continua ed efficace collaborazione.
Di seguito troverete un consuntivo delle attività della Scuola di dottorato di ricerca, che è stata costituita nel mese di aprile 2018 e quindi si appresta a compiere i suoi primi tre anni di vita.
Struttura della Scuola di Dottorato di ricerca
La Scuola di Dottorato di ricerca dell’Università degli Studi di Sassari è stata istituita con lo scopo di La Scuola di Dottorato di ricerca dell’Università degli Studi di Sassari è stata istituita con lo scopo di promuovere, organizzare e gestire le attività di servizio e supporto relative ai Corsi di Dottorato di ricerca. Alla Scuola afferiscono i dieci Corsi di Dottorato di ricerca dell’Ateneo (questa’anno si è aggiunto il corso di dottorato in Economics, Mamagement and Quantitative Methods), i cui Collegi dei docenti nell insieme includono 264 Professori e ricercatori universitari italiani, 14 ricercatori enti di ricerca 54 professori e ricercatori stranieri.
I dottorandi iscritti al 34°, 35° e 36° ciclo sono in totale 235, di cui 56 (23% del totale) sono stranieri ed il 60% sono donne. A questi si aggiungono altri 36 dottorandi del 33° ciclo che non hanno ancora conseguito il titolo, avendo chiesto la proroga COVID e che completeranno il loro percorso entro questa estate ed altri 19 che lo hanno appena conseguito
La Scuola di Dottorato è supportata dall’Ufficio Alta Formazione (dott.ssa Anna Paola Vargiu, Responsabile dell’Ufficio; dott. Riccardo Zallu, Referente amministrativo dei Dottorati di ricerca; dott.ssa Margherita Scanu, Responsabile della Segreteria e Comunicazione della Scuola), nonchè dal personale di numerosi uffici centrali e dipartimentali dell’Ateneo. Gli obiettivi della Scuola di Dottorato sono di: offrire ai dottorandi, ai dottori di ricerca ed ai docenti un servizio amministrativo centralizzato; organizzare attività didattiche e formative comuni, condivise da tutti i corsi di dottorato e collabora alle attività didattiche e formative specifiche di ciascun Corso di dottorato; favorire l’interazione fra settori disciplinari diversi, gli scambi culturali e la creazione di un clima di studio e lavoro aperto, stimolante e creativo; promuovere gli scambi internazionali e l’ingresso di studenti stranieri; promuovere le interazioni e gli scambi col sistema produttivo e l’inserimento dei dottori di ricerca nel mondo del lavoro.
Domande ed esiti delle selezioni per il 36° ciclo
Si sono quasi chiuse le assegnazioni dei posti di dottorato di ricerca del 36° ciclo (mancano 3 borse Marie Curie, di cui si stanno completando le selezioni internazionali in questi giorni). I posti di di dottorato messi a bando sono stati 83, tutti con borsa (71 nel 2019). Di questi, 41 erano finanziate da fondi di Ateneo e 37 da fondi esterni (fondi di ricerca od esterni, convenzioni con enti od imprese). I posti senza borsa (in totale 11 nel 2019) sono stati eliminati, in quanto penalizzanti per gli indici che determinano il finanziamento del fondi MUR per i dottorati e spesso problematici per gli stessi dottorandi senza borsa. Le domande ricevute sono incrementate decisamente rispetto all'anno scorso (da 260 a 461; +85%), come spiegato in un altro articolo di questa Newsletter. Certamente il forte aumento delle domande ha determinato la possibilità di poter scegliere fra più candidati qualificati rispetto al passato. Le assegnazioni finali sono arrivate ad 88 posti, in quanto succesivamente al bando è arrivata una comunicazione MUR che ci dichiarava vincitori di 6 borse PON ed FSC.
Riguardo ai vincitori, c’è stata una sostanziale stabilità della proporzione di vincitori tra candidati con titolo UNISS (47% ), italiano non UNISS (29%; 10 regioni italiane) ed estero (23%; 7 diverse nazioni) rispetto all’anno passato, pur con una elevata difformità fra i Corsi di Dottorato su questo parametro. Si sottolinea che l’incremento dei dottorandi (non necessariamente la preponderanza) che abbiano conseguito il titolo di studio di accesso al dottorato di ricerca in università diverse dalla nostra (italiane ed estere), determina notevoli benefici di tipo culturale all’Ateneo intero e ci favorisce negli indici con cui il MUR valuta e finanzia i corsi di dottorato (fondo post lauream) e gli Atenei (Fondo di Funzionamento Ordinario, FFO).
Nel complesso il numero totale di posti con borsa assegnati ai dottorandi sta crescendo in maniera regolare, ed è passato da 53 nel 2015 ad 88 nel 2020.
Corsi di Dottorato di ricerca, posti e borse di dottorato negli ultimi 6 cicli.
Anno bando |
CICLO |
N. CORSI DOTTORATO |
N. POSTI A BANDO TOTALI |
di cui senza borsa |
di cui con borsa |
N. POSTI REALMENTE ASSEGNATI* |
2015 |
31 |
7 |
50 |
10 |
40 |
54 |
2016 |
32 |
8 |
65 |
12 |
53 |
71 |
2017 |
33 |
7 |
64 |
9 |
55 |
72 |
2018 |
34 |
8 |
67 |
10 |
57 |
63 |
2019 |
35 |
9 |
82 |
11 |
71 |
85 |
2020 |
36 |
10 |
83 |
0 |
83 |
88 |
* alcune borse (PON, INPS, FSC) ci vengono assegnate dopo la chiusura del bando e non tutti i posti hanno partecipanti o vincitori
Attività formativa
Come documentato nella pagina della Scuola di dottorato dell’Ateneo (https://www.uniss.it/didattica/offerta-formativa/formazione-post-laurea/dottorati-di-ricerca), negli ultimi anni l’attività formativa erogata dalla Scuola e dai Corsi di Dottorato di ricerca è stata molto intensa. Nell’a.a. 2018-19 ci sono state 28 attività formative interdisciplinari, organizzate dalla Scuola ed oltre 200 attività organizzate dai corsi di dottorato, mentre nell’a.a. 2019-20 la stessa si è ridotta per effetto delle restrizioni legate alla pandemia.
Quest’anno stiamo ripartendo con molte attività e novità. In particolare, segnalo le attività in collaborazione col Centro Linguistico di Ateneo (CLA), con corsi di inglese ed italiano a diversi livelli, come meglio descritto in un altro articolo di questa Newsletter. Particolare enfasi è anche dedicata allo sviluppo di competenze informatiche, comunicative e di coaching, oltre a quelle più specifiche di ciascuna area di ricerca. A breve partiranno corsi di Excel intermedi ed avanzati (con programmazione VBA), corsi di System Dynamics e numerosi corsi di statistica, impartiti dai vari corsi di dottorato utilizzando specifici pacchetti statistici. Numerosi saranno anche gli incontri con attori del sistema produttivo (imprenditori, manager, dottori di ricerca impiegati in imprese e degli enti pubblici) e di ricerca. A tal riguardo, circa il 23% dei posti di dottorato di ricerca del nostro Ateneo sono stati attivati assieme ad imprese private, con le quali vengono anche condotte le ricerche, come meglio descritto in un’altra sezione della Newsletter.
Come sempre, le attività formative sono comunicate di continuo a tutti i dottorandi via email (vale la regola e l’auspicio che tutti possono seguire tutto) e registrate nella pagina del dottorato. Molte attività formative sono state e verranno condotte in collaborazione con gli uffici dell’Ateneo, in particolare con quelli dell’Area Ricerca, Internazionalizzazione, Trasferimento Tecnologico e Terza Missione, con il Servizio prevenzione e protezione, con il Sistema bibliotecario e con l’Ufficio Comunicazione.
Fondi post lauream MUR per il finanziamento delle borse di dottorato
A fine ottobre è arrivata la comunicazione sull’assegnazione dei fondi Post lauream 2020, con i quali il MUR finanzai le borse di dottorato di ricerca. I fondi complessivi finanziati quest’anno dal MUR sono identici a quelli dell’anno passato (in genere aumentavano). Il nostro Ateneo è andato molto bene: il nostro indice, da cui dipendono i finanziamenti, è aumentato del 11,6% (siamo decimi, in termini di incremento dell’indice, su 60 università, di cui 40 hanno avuto riduzione dei fondi). Tuttavia, per effetto delle clausole di salvaguardia (che portano a compensazioni fra Atenei con indici di crescita ed atenei con indici in decrescita, per evitare oscillazioni eccessive nei finanziamenti da un anno all’altro) il nostro fondo quest’anno è cresciuto +1,2%. Ovviamente ci sono stati anni in cui questa clausola ci ha beneficiato, ma senza clausole di salvaguardia i nostri fondi post lauream dal 2015 ad oggi sarebbero aumentati del 73%, mentre il fondo nazionale post lauream MUR nello stesso intervallo di tempo è cresciuto del 33,5%. Per effetto della clausola salvaguardia, in nostri fondi sono aumentati in 6 anni solamente del 28,8% (siamo andati particolarmente bene in anni, come questo, in cui purtroppo il MUR non ha aumentato le risorse generali).
Networking, placement e rapporti con gli Alumnipost lauream MUR per il finanziamento delle borse di dottorato
Al fine di aumentare le interazioni con altre scuole di dottorato nazionali ed internazionali e con il sistema produttivo e di divulgare le attività dei dottorandi, la Scuola di Dottorato di ricerca UNISS ha organizzato e partecipato a numerosi eventi dedicati ai dottori di ricerca ed al loro inserimento nel mondo del lavoro.
Cerimonia di Consegna delle Pergamene di Dottorato di Ricerca per AA 2017-2018, Aula Magna Ateneo, febbraio 2019
Cerimonia di Consegna delle Pergamene di Dottorato di Ricerca e del volume degli abstracts per AA 2018-2019, Lauree in Piazza, giugno 2019
Borsa della Ricerca forDoc, il primo evento nazionale di recruiting dedicato a dottori di ricerca e dottorandi, Verona 1-2 ottobre 2018
Partecipazione alla giornata, organizzata dall’Università di Torino, su Le potenzialità del Dottorato fuori dall'Accademia. Preparazione al percorso postdoc, career transition: consigli e testimonianze da diverse prospettive Torino, 18 dicembre 2018
Borsa della Ricerca forDoc, evento recruiting dedicato a dottori di ricerca e dottorandi Verona 1-2 ottobre 2019
Partecipazione a Riunione di presentazione dell’indagine ANVUR sui dottorandi e dottori di ricerca, Roma 17 ottobre 2018
Partecipazione a Giornata di presentazione dei risultati della prima indagine ANVUR sui dottorandi e dottori di ricerca. Roma 3 marzo 2019
Evento Scuola UNISS “I dottorati di ricerca e le aziende private”, Aula Magna Ateneo 5 febbraio 2020
Partecipazione al “Doctorate Lab” che l’International Education Center (IEC – http://iec.gov.ge/en/) della Georgia ha organizzato, in accordo con l’Ambasciata Italiana in Georgia a Tbilisi dal 20 al 24 gennaio 2020, per far conoscere agli studenti georgiani le offerte dei corsi di dottorato proposti da 7 diverse università italiane
2019 adesione della Scuola UNISS al European University Association Council for Doctoral Education (EUA-CDE)
Eventi EUA-CDE a cui abbiamo partecipato:
- 2019 EUA-CDE Annual Meeting e Giornata Nazionale sul Dottorato di Ricerca, Università di Brescia, giugno 2019
- 2020 EUA-CDE Annual Meeting, University of Tbilisi, Georgia, gennaio 2020
- 2021 EUA-CDE Annual Online Meeting, gennaio 2021
- Nel 2019 la Scuola di Dottorato UNISS è stata selezionate, insieme a quelle di altri 14 atenei europei,per partecipare al 2019 EUA-CDE Thematic Peer Group “Career Development And Tracking In Doctoral Education”, che si è riunito 4 volte (Ginevra, marzo, 2019; Brescia, giugno 2019, Varsavia, ottobre, 2019; Tbilisi, gennaio 2020) e che ha prodotto il documento Tracking the careers of doctorate holders https://eua-cde.org/downloads/publications/eua-cde%20tpg_web.pdf
A fine di instaurare un rapporto continuo con i dottori di ricerca e mantenerne il legame con l’Ateneo, la Scuola sta organizzando un servizio Alumni, aggiornando i contatti email e telefonici degli stessi dottori di ricerca, a cui già ora vengono inviate comunicazioni relative ad eventi e bandi di loro interesse. Nel 2020 la Scuola di dottorato si è iscritta ad Alma Laurea https://www.almalaurea.it/ , per riceverne i servizi relativi ad indagini di soddisfazione dei dottori di ricerca e di loro posizionamento nel mondo del lavoro. In questo mese di febbraio la Scuola si è iscritta aanche alla DocEnhance CAREER TRACKING SURVEY, organizzata dalla European Science Foundation https://www.esf.org/ , che valuterà per conto di numerosi atenei europei il posizionamento nel mondo del lavoro dei loro dottori di ricerca che hanno conseguito il titolo a partire dal 2016.
Indici della Scuola di dottorato che entrano nella determinazione del Fondo di Funzionamento Ordinario (FFO) 2020
Un altro risultato importante è stato conseguito sugli indici che concorrono a determinare il FFO 2020 dell’Ateneo (pubblicato lo scorso 8 settembre 2020). Il peso di Ateneo sull’Autonomia responsabile è migliorato da 0,94 a 1,11. Dei 10 indicatori di Ateneo legati alla cosiddetta Autonomia responsabile, i 2 indicatori relativi ai corsi di dottorato (il B.a e il D.b, cioè dottorandi iscritti con borsa rispetto ai docenti dell’Ateneo e dottori di ricerca con almeno tre mesi spesi all’estero durante gli studi) sono quelli che hanno avuto il maggiore aumento. Inoltre, i nostri indici hanno anche contribuito a migliorare l’indice Qualità della ricerca dalla Quota Premiale del FFO e della Quota di FFO denominata Fondo giovani e mobilità internazionale. È importante rimarcare che i fondi del FFO non contribuiscono al fondo di Ateneo per le borse di dottorato di ricerca, che dipende solamente dal fondo Post lauream. Ciò significa che i Corsi di dottorato hanno contribuito in maniera significativa al finanziamento generale dell’Ateneo.
Considerazioni finali
Nel complesso, in un contesto molto competitivo a livello nazionale ed internazionale, la Scuola ed i Corsi di Dottorato UNISS hanno mostrato di saper competere negli indici di performance, nella capacità di attrarre candidati dal resto dell'Italia e da tutto il mondo e nella qualità delle attività formative offerte ai dottorandi. Ovviamente questo risultato è il frutto del lavoro della Scuola di Dottorato e dell’Ufficio Alta Formazione, dei Corsi di Dottorato, in primis dei loro Coordinatori e dei loro Collegi dei Docenti, ma anche, ed in misura importante, della struttura di governo presente e passata dell’Ateneo e delle tante professionalità distribuite nei vari uffici centrali e periferici dell’Ateneo (oltre ovviamente a quello dell’Alta Formazione, che gestisce direttamente e con grande impegno i dottorati), che hanno contribuito con i loro lavoro e le loro idee a farci progredire, per il bene dei nostri dottorandi e dell’Ateneo.
Certamente questo impegno è stato ampiamente ripagato dal piacere di interagire con i nostri dottorandi, che contribuiscono con i loro lavoro, le loro idee ed il loro entusiasmo a farci progredire ed a dare un senso a quello che facciamo.
Il saluto ai dottorandi da parte del neo Prorettore Vicario prof. Andrea Piana

Prof. Andrea Piana (Prorettore Vicario, Università di Sassari)
Nel primo saluto che rivolgo ai nostri Dottorandi, in qualità di Prorettore Vicario, già Coordinatore del Corso di Dottorato in Scienze Biomediche per oltre due mandati, mi piace presentarvi, unitamente agli auguri per un proficuo e stimolante inizio o prosecuzione del proprio percorso formativo, alcune considerazioni che, al di là del ruolo istituzionale che ricopro, sento personalmente.
Vorrei sottolineare con soddisfazione che, in questo momento storico e cruciale di pandemia, l’attività didattica dei Corsi di Dottorato non si è fermata, ma anzi si è reinventata e, con numerosi webinar, è proseguita riscuotendo la larga partecipazione, sia della componente interna all’Ateneo, sia del pubblico esterno alla realtà universitaria, attestando l’interesse diffuso alle iniziative anche attraverso il più ampio ambito del public engagement. Tutto ciò a significare l’ottima intuizione delle tematiche oggetto delle proposte presentate e la grande professionalità nella gestione delle attività.
Così come è da sottolineare, nonostante il periodo pandemico, il riscontro assolutamente positivo in termini quantitativi e qualitativi ottenuto con l’elevato numero di domande di partecipazione per l’accesso ai Corsi di Dottorato dell’Università degli Studi di Sassari da parte sia di nostri laureati, sia dei laureati presso altri Atenei anche internazionali, a conferma della grande attrattività dei Dottorati del nostro Ateneo.
Allontanandoci come prospettiva da quale attuale invece, tengo ad evidenziare, come dichiarato più volte anche in altre sedi, la mia forte convinzione nell’importanza strategica del Dottorato di Ricerca, che rappresenta un perno per lo sviluppo del Paese, per la sua crescita culturale, scientifica ed umana.
Questo, non solo nell’ottica più immediata e intuitiva di strumento didattico di altissimo livello, finalizzato anche al ricambio generazionale dei futuri docenti universitari, ma anche come mezzo fondamentale per rispondere ai bisogni del territorio.
Sono infatti fermamente convinto che si debba instaurare un rapporto virtuoso tra sistema accademico e industriale, diretto alla formazione di figure altamente qualificate, che possano rispondere alle esigenze delle aziende e soddisfare pienamente le aspettative del mondo del lavoro, rafforzando così la competitività del sistema produttivo regionale e nazionale.
Un obiettivo ambizioso, ma assolutamente raggiungibile attraverso la Scuola di Dottorato del nostro Ateneo che, accanto all’attività didattica istituzionale, declinata nelle diverse tipologie di dottorato, affianchi una formazione trasversale, su tematiche innovative, ponendosi anche come modello sul piano nazionale per il trasferimento e la valorizzazione delle tecnologie e delle competenze, nel senso più accademico del termine.
Proprio in questa prospettiva potrebbero assumere particolare interesse:
- l’idea di incentivare l’attivazione di Corsi di Dottorato Industriale, attraverso l’assegnazione di risorse premiali per specifici progetti formativi in collaborazione con le aziende;
- l’istituzione di un Albo dei Dottori di Ricerca da proporre ad aziende ed enti interessati, per agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro.
Tuttavia, una formazione superiore altamente significativa come il Dottorato di Ricerca non può certo prescindere da uno sguardo sempre orientato alla progettazione europea, oltre i confini regionali e nazionali ed in quest’ottica si incentiverà l’aspetto internazionale del Dottorato, favorendo il rilascio di titoli multipli e congiunti; l’erogazione di borse dedicate a studenti stranieri; l’obbligo di un periodo minimo di soggiorno all’estero per tutti i dottorandi, iniziative già, peraltro, intraprese dalla Scuola di Dottorato.
Infine, anticipo con orgoglio l’imminente adesione della nostra Università al progetto fortemente voluto dalla CRUI che vede la creazione di Dottorati Nazionali di Eccellenza altamente specialistici ed esclusivi, sulle tematiche delle intelligenze artificiali e delle risorse sostenibili, con la possibilità per il corpo docente di potersi pregiare della partecipazione ad entrambi i Collegi.
L'intervento della Prorettrice Paola Pittaluga sull'importanza del lavoro interdisciplinare della Scuola di Dottorato

Prof.ssa Paola Pittaluga (Prorettrice alla Formazione e Alta Formazione, Università di Sassari)
L’attitudine alla ricerca ed al pensiero critico è sempre più rara, depotenziata e inibita dall’influenza che la “modernità liquida”, il cambiamento continuo, l’“obsolescenza programmata” e pianificata hanno sulle attuali modalità di apprendimento, che tendono a favorire più la capacità di “apprendere a disapprendere” che non quella dell’“apprendere ad apprendere”.
Questo comporta la difficoltà a mettere in relazione temi e aspetti differenti, produce una scarsa autonomia e capacità critica, l’incapacità di costruire un sapere cumulativo da riutilizzare in altri contesti e ricostruire il processo di apprendimento, il rifiuto costante delle regole.
Ecco che diventa importante attivare un percorso critico che consente di riutilizzare il proprio bagaglio culturale e esperenziale in modo completamente differente, costruendo così altra conoscenza e nuovi processi di apprendimento quando cambia il contesto di azione. La conoscenza infatti si produce anche attraverso azioni situate e in contesti specifici e concreti, spazialmente, temporalmente e relazionalmente, e l’apprendimento è influenzato anche dall’ampiezza dell’ambiente in cui questo avviene, includendo anche i luoghi più disparati e impensabili.
La Scuola di Dottorato nasce con questo spirito: aumentare l’ampiezza degli ambienti di apprendimento in modo interdisciplinare così da favorire la dimensione relazione e cooperativa della costruzione della conoscenza, evitare la disarticolazione del sapere, la sua parcellizzazione in informazioni che non vengono più interrelate.
Per la Scuola non è sufficiente preparare i dottorandi alla ricerca confinata all’interno di campi del sapere disgregati e automatizzati, sistemi entropici chiusi, è altrettanto importante stimolarne l’apertura cognitiva, la capacità critica, la curiosità.
È iniziato il 36° ciclo dei Corsi di dottorato: una panoramica sui nuovi dottorandi
Dott. Riccardo Zallu (Referente amministrativo della Scuola di Dottorato UNISS)
Il 2020 è un anno che rimarrà tristemente impresso nella memoria di tutti noi. Un anno che è subito iniziato male con il diffondersi della pandemia da COVID-19 e che è proseguito nel peggiore dei modi, con il manifestarsi di tutte le tragiche conseguenze che dalla pandemia sono derivate.
Un anno che, però, ha riservato anche degli sprazzi di luce. Tra questi, il bilancio lusinghiero della Scuola di Dottorato UniSS per quanto riguarda gli esiti della partecipazione al concorso di ammissione al XXXVI ciclo dei Corsi di Dottorato di ricerca. A soli due anni dalla sua nascita, infatti, la Scuola di Dottorato potrà già mettere in bacheca il suo anno record, sia in termini di numero di domande (il più alto di sempre, in UniSS, dalla riforma dei Dottorati di ricerca del DM 45/2013) che di incremento percentuale rispetto all’anno precedente.
Le domande ricevute, infatti, rispetto all'anno precedente sono passate da 260 a 461, segnando un +85%, con un forte aumento sia del numero di candidati con titolo di accesso UNISS (+ 57%) che, in misura ancora maggiore, del numero di candidati con titolo di accesso italiano non UNISS (+132%, provenienti da 17 diverse regioni italiane) ed estero (+72%; provenienti da 29 nazioni diverse).
Andando ad analizzare i dettagli di un risultato che è stato positivo per tutti i Corsi, troviamo numeri da capogiro (se guardiamo al passato) con Corsi che hanno duplicato, rispetto al 2019, il numero delle domande (come Life Sciences and Biotechnologies o Scienze e Tecnologie Chimiche) o addirittura più che triplicato, come nel caso del Corso in Scienze Veterinarie che, in un solo anno, passa dall’ultimo posto della classifica (in termini di domande ricevute) alla seconda posizione del podio, ad un soffio dal gradino più alto.
Proprio il Corso di Dottorato in Scienze Veterinarie, inoltre, ha affiancato alla pubblicità social della Scuola di Dottorato, un’interessante iniziativa live (esclusivamente online) durante la quale non solo ha presentato direttamente il Corso, il suo Dipartimento e i vari ambiti di ricerca che il nuovo ciclo avrebbe abbracciato, ma ha interagito direttamente con i partecipanti all’evento, con la Prof.ssa Berlinguer, (Coordinatrice del Corso) pronta a rispondere alle diverse domande degli interessati. Una strategia che, a giudicare dai risultati, è sicuramente risultata vincente.
Anche in termini di offerta, il 2020 è stato un anno record, con 10 Corsi di Dottorato accreditati presso il MUR e tutti regolarmente attivati (anche in questo caso si tratta del numero più alto dall’introduzione del DM 45/2013) Quest’anno, infatti, ha visto l’affacciarsi sulla scena del Corso di Dottorato in Economics, Management and Quantitative Methods, fortemente voluto dal suo Coordinatore e dai componenti del Collegio, tutti afferenti al Dipartimento di eccellenza UniSS di Scienze Economiche ed Aziendali.
Dati positivi anche dalle immatricolazioni che hanno confermato un trend già avviato negli anni passati e cioè quello di una composizione variegata dei dottorandi, con almeno il 50% di loro provenienti da altre Regioni Italiane e dall’estero.
Evidenza, questa, di come la Scuola di Dottorato UniSS, pur essendo collocata in una Regione splendida ma dai noti limiti geografici ed economici imposti dall’insularità, mantenga, ed anzi, rafforzi sempre più la sua voglia di apertura al mondo, dando la possibilità a chiunque, senza preclusioni, di venire a fare ricerca di qualità in uno scenario naturale tra i più belli al mondo.
Un ultimo dato, infine, in tema di quote rosa: la Scuola di Dottorato non ha necessità di imporsi nessuna regola per rispettarle. Le giovani ricercatrici del XXXVI ciclo, infatti, rappresentano il 64% dei nuovi immatricolati, portando la percentuale di donne sul totale dei dottorandi dal 53% del 2019 al 60% di quest’anno, un dato decisamente superiore alla media nazionale del 51,7% (Fonte “Rapporto Biennale sullo Stato del Sistema Universitario e della Ricerca 2018” dell’ANVUR).
Conosciamo i nuovi rappresentanti dei dottorandi nel Consiglio della Scuola: Arianna Dettori e Pedro Pablo Fiorini
Dott.ssa Margherita Scanu (Segreteria e comunicazione della Scuola di Dottorato UNISS)
Abbiamo intervistato i nuovi rappresentanti dei dottorandi in seno al Consiglio della Scuola di Dottorato, eletti lo scorso autunno. Sono Arianna Dettori, dottoranda in Scienze Biomediche, rappresentante dei dottorandi dell’Area Scientifica, e Pedro Pablo Fiorini, dottorando in Scienze Giuridiche e rappresentante dei dottorandi dell'Area Umanistica.
Arianna Dettori, dottoranda in Scienze Biomediche, è la nuova rappresentante dei dottorandi dell’Area Scientifica nel Consiglio della Scuola di Dottorato di Ateneo. Arianna è una persona aperta e curiosa, ama studiare e dedica tutta sé stessa ad alimentare questa sua curiosità, attraverso lo studio, la partecipazione, la disponibilità all’ascolto.
Il suo percorso universitario è cominciato con la laurea triennale in Infermieristica nel 2016. “Però non mi sono fermata: nel 2017 ho deciso di continuare con la magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche”, dice la dott.ssa Dettori. “Mi piace lo studio, è una passione e per me è stata una decisione naturale. Durante la tesi, che ho svolto all’Istituto di Igiene e Medicina Preventiva, mi sono appassionata alla ricerca, grazie anche al prof. Sotgiu, di Statistica Medica. A quel punto fare la domanda per il dottorato è stato automatico, amo fare ricerca e didattica”.
La dott.ssa Dettori è al secondo anno del Dottorato in Scienze Biomediche, curriculum in Sanità Pubblica, e quest’anno è stata riconosciuta tra gli studenti meritevoli del suo corso: una conferma di quanto il suo studio appassionato, “al massimo delle mie possibilità”, abbia dato i suoi frutti. “L’ambiente è competitivo e dare sempre il massimo è necessario per poter restare al passo”, spiega. “Qui ogni giorno si fa qualcosa di diverso, incontri e ti scontri con cose che non sono del tuo campo, tutti seguono tutto ed essere aperti è necessario”. Le difficoltà però possono essere trasformate in opportunità di crescita, ed è ciò che sta facendo Arianna Dettori: “L’ambiente è molto stimolante, ogni giorno si vedono tante cose diverse, si incontrano tante menti diverse e questa varietà offre strumenti per migliorare. Per me ogni giorno è quasi un lancio nel vuoto: nella ricerca è così, bisogna cercare di prendere il meglio da ciò che vedi, da chi incontri ogni giorno. E se qualcosa sembra insormontabile mi metto comunque in gioco, ci provo, anche se fa paura non mi tiro indietro!”
Il progetto di ricerca della dott.ssa Dettori è incentrato sulle potenzialità di un dispositivo di auto-prelievo vaginale per aumentare la compliance delle pazienti nello screening per il Papilloma Virus. “Attualmente è previsto che le pazienti facciano il pap test ogni 3 anni, per aumentare le possibilità di trovare eventuali lesioni al primissimo stadio e fare diagnosi precoce, ma ci sono diversi motivi per cui molte non aderiscono allo screening”, spiega Dettori. “Questo dispositivo, che consiste in un piccolo tampone, è facile da usare in completa autonomia, e dovrebbe aumentare sensibilmente la risposta delle pazienti”. La mancanza di tempo, di conoscenze, per errori di comunicazione o mancata ricezione della lettera con l’appuntamento, i motivi religiosi o disagi per esperienze passate sono tra le cause che allontanano le donne dallo screening. Con questo dispositivo potranno prelevare un campione di cellule vaginali da sole e inviarlo per avere i risultati. “Per ora tutti gli studi sono a favore di questo nuovo strumento, che si sta dimostrando sovrapponibile alla tradizionale metodica dello screening citologico”, afferma Arianna Dettori. Questo metodo semplice ed economico, affiancato da una giusta educazione sanitaria per avvicinare le donne ai problemi derivanti dall’HPV, sarebbe davvero importante per aumentare le diagnosi precoci.
Accanto alla sua passione per lo studio e la ricerca, Arianna Dettori coltiva un sincero interesse per le dinamiche del mondo universitario e la comunità studentesca. “Mi sono candidata come rappresentante dei dottorandi perché secondo me è un ottimo modo per avvicinarmi alla Scuola di Dottorato e alle dinamiche interne”, dice Dettori. “Mi voglio tenere sempre informata. Purtroppo ancora non conosco molti colleghi dottorandi e questo ruolo mi aiuterà sicuramente a stringere più contatti. E poi perché amo mettermi in gioco e alla prova. Per me è un onere e un onore”.
Arianna Dettori è stata rappresentante degli studenti anche durante la magistrale: “Mi sono resa conto di quanto possa diventare importante il ruolo del rappresentante nella sua funzione di collegamento tra università e studenti. Ho capito che molto spesso gli studenti finiscono per ritrovarsi isolati per mancanza di informazioni. Per me conta molto che lo studente si senta al centro del proprio percorso. Per questo, anche da rappresentante dei dottorandi, voglio essere una sorta di “sportello” per gli altri,” spiega, “per coordinarci, perché tutti devono essere sempre informati e consapevoli delle dinamiche e le attività. Vorrei essere quella su cui contare, anche quando ci sono problemi, per fare da tramite. Prendo questa nuova esperienza come occasione per crescere, fare, capire. Vorrei che tutti fossero consapevoli delle opportunità che abbiamo”.
“Spero di essere all'altezza di questo incarico”, conclude la dott.ssa Dettori. “Vorrei riuscire ad aiutare a risolvere i problemi, almeno provarci. Alla Scuola di Dottorato ho trovato tante persone disponibili, gentili, pronte, che ci tengono e lavorano bene. È un terreno fertile per crescere, fare, mettersi a disposizione”.
Pedro Pablo Fiorini, dottorando in Scienze Giuridiche, è il nuovo rappresentante dei dottorandi per l’Area Umanistica nel Consiglio della Scuola di Dottorato.
Laureato in Giurisprudenza a Sassari nel 2019, ha deciso immediatamente di partecipare alla selezione per il dottorato in Scienze Giuridiche: “Ho maturato questa decisone mentre facevo ricerche e lavoravo sulla mia tesi di laurea”, racconta il dott. Fiorini. “Mi sentivo molto a mio agio fra i libri, l’esperienza è stata davvero positiva e ho realizzato che volevo diventasse la mia strada”.
L’argomento della sua tesi riguardava il Diritto Romano, in particolare la tutela dei beni pubblici. Appena terminato il lavoro sulla tesi, lo stesso anno ha fatto domanda per il dottorato proponendo un progetto di ricerca sulla tutela del patrimonio culturale sommerso: “Sono tutti quei beni archeologici, culturali e storici che vengono rinvenuti, per esempio, sui fondali marini e dei quali devono essere assicurate la tutela e valorizzazione attraverso adeguati strumenti giuridici”, spiega Fiorini. Poi però le cose non sono andate come si aspettava: il concorso di dottorato è andato bene, è risultato “idoneo” ma non è riuscito ad avere la borsa. Però le opportunità arrivano per chi le sa cogliere: il suo punteggio gli ha permesso di aggiudicarsi una borsa PON (una borsa per progetti innovativi istituita con risorse ministeriali, che viene attribuita ad un progetto di ricerca presentato dall'Università). Il progetto di ricerca su cui lavora riguarda i contratti della nautica da diporto e della portualità turistica: “È diverso da quello che avevo presentato ma molto, molto interessante e che sono stato ben lieto di accettare”, dice il dott. Fiorini. “Il progetto ha l’obiettivo di fare una ricognizione delle problematiche legate all’operatività dei contratti in uso nella nautica da diporto, per poi cercare di fornire soluzioni giuridiche capaci di venire incontro alle esigenze del mercato. È una ricerca innovativa, molto interessante per me e che, attraverso le opportunità offerte dal Dottorato, potrebbe consentire un confronto diretto con le imprese operanti nel settore”. Il progetto prevede infatti anche degli spostamenti: sei mesi di attività di ricerca sul campo nella marina di Porto Rotondo, per verificare l'operatività dei contratti tra i professionisti della nautica da diporto e, a breve, un viaggio a Bilbao per raccogliere il materiale necessario per studiare la disciplina vigente in Spagna e compararla con quella italiana. “L’obiettivo di lavorare fianco a fianco con gli operatori del settore è toccare con mano le cose, vederne l’operatività nella pratica. È prevista per il prossimo anno e spero sia possibile farlo. Per quanto riguarda l’estero è ancora tutto da decidere, purtroppo l’emergenza sanitaria sta stravolgendo tutti i programmi”, afferma Pedro Pablo Fiorini.
La passione per la sua ricerca si riflette anche nel suo impegno al servizio dei colleghi dottorandi. Ha deciso di candidarsi una volta che si è immerso nella nuova realtà del dottorato di ricerca: “Il dottorato è un mondo a parte, si fa un percorso fortemente individuale e specialistico”, spiega il dott. Fiorini, “quando si frequenta l’università tutti i colleghi del corso di laurea seguono più o meno lo stesso cammino e gli stessi programmi di studio, esistono tanti spazi comuni ed occasioni di incontro e confronto con gli altri. I dottorandi fanno un percorso del tutto personale e l'unica occasione di collaborazione è quella offerta da alcune attività didattiche, attualmente svolte a distanza. Purtroppo, non ci si sente parte di una comunità come durante il percorso universitario”.
Per questo ha deciso di candidarsi a rappresentare i dottorandi, per cercare di creare una comunità, per fare da collettore e dare voce alla figura del dottorando: “Sento che al di fuori del nostro ambito strettissimo, c'è un certo disinteresse verso i dottorandi: in effetti siamo figure ambivalenti, non si capisce bene, all’esterno, il nostro ruolo nell'università, siamo percepiti come studenti, ricercatori in formazione e, al contempo, come lavoratori”, afferma Fiorini, “penso sia necessario farci sentire di più, e il mio ruolo sarà proprio questo: veicolare delle istanze che spesso non arrivano a chi deve prendere decisioni, ascoltare le criticità che abbiamo, pur con tutte le nostre differenze”.
Un aspetto su cui vorrebbe fare qualcosa riguarda gli spazi comuni, che per i dottorandi sono pochissimi, a volte disagevoli e quindi non molto frequentati. Consapevole di quanto sia importante incontrarsi e confrontarsi per crescere, Pedro Pablo Fiorini insiste molto sulla necessità di risolvere questo problema: “Per valorizzare il percorso formativo del dottorato di ricerca non basta fare il proprio lavoro, e soprattutto non basta farlo da soli. L’obiettivo del dottorato non è soltanto quello di stendere una tesi: ciò che differenzia questo percorso è che si vuole e si deve fare qualcosa di più, andare oltre l’attività meramente accademica per avere qualcosa da dire nel mondo del lavoro. Senza spazi comuni in cui lavorare è difficile sentirsi parte di qualcosa di più grande, di qualcosa che vale più della semplice acquisizione di CFR”.
In questo difficile momento storico riuscire a coniugare necessità formative a esigenze di protezione sanitaria è complicato, per questo si devono trovare delle soluzioni alternative, anche usando la tecnologia: “L’idea della Newsletter della Scuola di Dottorato è apprezzabile, servirà a far conoscere a tutti, anche tra i dottorandi di diverse aree, cosa si fa, come si lavora e cosa producono gli altri corsi e le opportunità offerte dalla Scuola”, conclude Fiorini.
Il Senato Accademico ha un nuovo rappresentante dei dottorandi: è il dott. Luigi Vaira, dottorando in Neuroscienze

Dott.ssa Margherita Scanu (Segreteria e comunicazione della Scuola di Dottorato UNISS)
A novembre si sono svolte, per la prima volta in modalità online da remoto, le votazioni per l’elezione dei rappresentanti degli Studenti, Specializzandi e Dottorandi di ricerca nei diversi Organi Accademici dell’Ateneo per il biennio 2020/2022. In seguito alle votazioni, è stato eletto rappresentante dei dottorandi in Senato Accademico il dott. Luigi Vaira, dottorando al primo anno in Neuroscienze.
Luigi Vaira, sassarese, ha studiato Medicina a Sassari dal 2005, laureandosi nel 2011. Ha deciso di specializzarsi in chirurgia maxillo-facciale all’Università di Napoli Federico II: “Ho avuto la fortuna di svolgere ampie parti della specializzazione qui a Sassari, in reparto”, racconta il dott. Vaira. “Il fatto di essere l’unico specializzando mi ha permesso di avere molto spazio per poter anche fare. Ci tengo a sottolineare che sono stato formato con grande generosità dai colleghi del reparto, con i quali durante gli anni della specializzazione sono stato in contatto costante mentre svolgevo la specializzazione a Napoli”.
Dopo aver concluso la specializzazione, Vaira si è impegnato in consulenze esterne, poi ha ottenuto una borsa di studio finché nel 2018 è stato assunto in AOU. Infine, dallo scorso novembre, ha cominciato il dottorato in Scienze Biomediche, curriculum Neuroscienze.
“La decisione di fare il dottorato è stata casuale”, spiega Luigi Vaira, “è arrivata come la prosecuzione naturale di un percorso di ricerca durato due anni nel corso del periodo di internato prima della specialità”.
Tutto è cominciato da una necessità comune, per la quale il dott. Vaira ha studiato una soluzione che, inizialmente, è servita a rendere più organizzato il suo lavoro e che poi ha voluto condividere con la comunità scientifica.
Il ragionamento parte da ciò che succede sempre quando si deve affrontare un intervento chirurgico: si deve scegliere tra varie tecniche chirurgiche per intervenire a risolvere un problema, e ciò che è emerso è stata la necessità di trovare dei sistemi valutazione oggettiva delle tecniche, in base ai risultati che ognuna permette di ottenere, e ordinarli in modo che siano di immediata consultazione.
Per esempio: per intervenire nella ricostruzione della lingua, è necessario individuare dei sistemi per valutare la ripresa della sensibilità, la mobilità, la fonazione, la deglutizione. Raccolti i dati oggettivi su ciascuno di questi risultati attesi, bisogna unirli in un protocollo, per dargli ordine e farne un mezzo oggettivo per valutare la tecnica in base al successo sulla ripresa del paziente.
“È una grande mole di dati, che sono molto richiesti, perché quando si sceglie una tecnica lo si fa in base a dei dati che la sostengono e che di solito sono sparsi. A quel punto, dopo aver raccolto i dati alla fine dell’università, ho deciso che potevo pubblicarli perché potevano essere utili ai colleghi. Li ho sistemati, organizzati e pubblicati a fine specializzazione”, dice Vaira. “A pubblicare sono stato praticamente costretto, perché la scuola di specializzazione a Napoli imponeva l’obbligo di pubblicare. Mi sono così reso conto di quanto sia importante, per la propria crescita professionale e per la struttura in cui si opera, continuare a studiare e pubblicare con regolarità. Quando sono tornato a Sassari ho trovato nel mio direttore di reparto e nei miei colleghi degli alleati, che hanno costruito un ambiente di lavoro sereno, che ti motivano e ti danno la giusta soddisfazione quando ottieni dei risultati. È una gran fortuna lavorare in un ambiente così, perché pubblicare serve tantissimo anche al reparto e questo mi ha consentito di pubblicare circa 10 articoli all'anno”.
Attualmente il dott. Vaira si sta occupando dei disturbi all’olfatto e al gusto nei pazienti positivi al covid: è stato il team sassarese a pubblicare negli scorsi mesi il secondo report al mondo che ha collegato questi sintomi frequenti all’infezione da coronavirus. La prima comunicazione breve pubblicata è diventato in breve l’articolo tra i più citati al mondo. A Sassari si sta svolgendo il primo studio al mondo che si propone di fare una valutazione oggettiva sui pazienti covid: sono stati pubblicati a riguardo 30 articoli in un anno. “Ora stiamo scrivendo della terapia, in collaborazione con altri centri di ricerca europei e stiamo studiando le complicanze a lungo termine e permanenti sull'olfatto dell’infezione da covid”, annuncia il dott. Vaira. “In tutto ciò fare il dottorato porta molti vantaggi perché ti apre le porte ad altre collaborazioni, nel mio caso nel campo delle neuroscienze: stiamo studiando la ripresa di sensibilità attraverso un sistema di valutazione oggettiva con test strumentali, che non necessita di una risposta dal paziente. Il dottorato offre possibilità di crescita enorme, perché quando fai ricerca non sei da solo, entri in contatto con persone che fanno ricerca da sempre e ciò ti permette di crescere esponenzialmente, mi sta aiutando a mettere ordine nel mio metodo di ricerca e ottimizzarlo: in pochi mesi mi sto rendendo conto della marcia in più, delle possibilità che vengono offerte ad un dottorando per velocizzare il proprio lavoro. Lo scambio con altri dottorandi, con ricercatori anche non del tuo campo, offre aiuto, spunti e possibilità che altrimenti non si potrebbero avere”.
La sua esperienza come studioso e ricercatore, da oggi è messa al servizio anche dei colleghi dottorandi, nella sua nuova veste di rappresentante in seno al Senato Accademico: “In passato sono stato rappresentante degli studenti nel CDA e questa mia esperienza credo sia utile per svolgere un lavoro efficace nel momento in cui si vogliono presentare istanze. Conoscere bene l'ambiente in cui ci si deve muovere è utilissimo per portare efficacemente l’attenzione sui problemi di studenti e dottorandi e ottenere risposte concrete. Per questo mi sono messo a disposizione dei colleghi con questo incarico”, spiega Vaira. “Ho già diverse idee su cui lavorare nel medio-lungo termine: penso che lo sbocco principale del dottorato debba essere trovato all’interno dell’Università. L’Ateneo deve studiare percorsi per far restare qui le persone su cui ha investito nei tre anni del dottorato. Secondo me è quasi una piccola sconfitta perdere i ricercatori, non dandogli la possibilità di continuare il loro prezioso lavoro qui. Cosa si può cercare di fare? Serve centralizzare, creando una fonte di accesso ad altri fondi per la ricerca, con un ufficio forte al servizio dei ricercatori che lavori per risolvere le questioni legate alla burocrazia, per trovare i fondi, per affrontare e risolvere i problemi con i comitati tecnici, per garantire l’accesso ai database per i trials e così via. Insomma, cercare di eliminare tutto ciò che può distogliere tempo ed attenzione al lavoro di ricerca. Il nuovo rettore ha un progetto nella ricerca entusiasmante ed ambizioso e noi ci dobbiamo far trovare pronti quando arriveranno i fondi, per fare reclutamento e tenere dentro l’Ateneo i talenti. L’ideale sarebbe individuare i dottorandi più promettenti, anzi, individuare le menti più brillanti già a livello di studi di laurea universitari. Dare valore alla ricerca, all'investimento che ora si fa nei ricercatori”, continua Luigi Vaira. “In questo contesto è anche importante far capire agli studenti prima e ai dottorandi poi che pubblicare non è un obiettivo impossibile, anzi che è fattibile e utile alla costruzione della propria carriera. Nel breve termine, si dovrebbe fare una raccolta delle criticità dei ricercatori e iniziare di risolverli uno per uno, e spero di poterlo fare nel mio ruolo di rappresentante”.
Il dott. Vaira è disponibile a fare da catalizzatore per proporre cambiamenti, per aiutare i dottorandi a costruire i criteri sulla base dei quali viene valutata ed accettata la tesi di ricerca di dottorato ed invita i colleghi a mettersi in contatto con lui via e-mail luigi.vaira@gmail.com o via telefono al 3401846168.
L'impatto dell'epidemia Covid-19 in Sardegna

Proff. Giovanni Sotgiu ed Andrea Piana (Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Sperimentali - Corso di Dottorato in Scienze Biomediche, Università di Sassari)
L’epidemia Covid-19 causata da SARS-CoV-2 ha presentato, ad oggi, un’evoluzione temporale differente nei diversi contesti regionali. In particolare, la regione Sardegna ha notificato un incremento significativo dei casi di positività a partire dal mese di marzo 2020, con evoluzione in ascesa nella prima parte del mese di aprile 2020, seguito da una inversione di tendenza nella crescita a seguito dell’applicazione delle misure comunitarie ed individuali raccomandate dal Governo italiano. La collocazione geografica nel sud Italia e la condizione insulare hanno giocato un ruolo epidemiologicamente rilevante nel limitare la circolazione del virus, riducendo il numero di soggetti positivi provenienti dalle aree italiane ad alta incidenza prima colpite. Tale contenimento è stato rafforzato mediante il blocco quasi totale delle attività aero-portuali, in essere per tutto l’anno ma generalmente limitate durante il periodo autunno-invernale. Nel contesto provinciale, solamente la provincia di Sassari ha presentato una incidenza molto elevata conseguentemente ad un cluster nosocomiale ed alla diffusione virale nelle case di riposo nel capoluogo provinciale.
Il calo regionale dell’incidenza dei soggetti con positività al SARS-CoV-2 nei mesi di maggio, giugno, e luglio si è associato ad alcuni focolai controllati rapidamente nella loro evoluzione dai servizi territoriali mediante attività di contact tracing.
Tuttavia, l’incremento del flusso turistico e dei trasporti, a partire dalla fine del mese di luglio, ha verosimilmente favorito l’arrivo di un numero elevato di soggetti positivi contagiosi: sia gruppi autoctoni che hanno soggiornato per motivi turistici in Paesi ad alta incidenza (ad esempio Spagna, Grecia, e Croazia) sia soggetti non residenti in Sardegna che hanno raggiunto la Sardegna per motivi turistico-ricreativi, provenienti da aree geografiche con elevata circolazione virale, hanno permesso la trasmissione comunitaria del virus, favorita dal mancato rispetto individuale e comunitario delle misure di controllo e prevenzione (mancato od inappropriato uso della mascherina chirurgica, lavaggio delle mani, distanza sociale di almeno un metro, ventilazione degli ambienti confinati).
Durante la fine del mese di agosto è stato notificato un incremento dei casi di positività associato, nel successivo mese di settembre, ad un incremento dei casi di malattia e, quindi, di ricoveri in degenza ordinaria, subintensiva, ed intensiva. Durante i mesi di ottobre e novembre si è assistito ad un incremento dei casi di positività (fino a raggiungere un numero giornaliero superiore a 500 casi incidenti), ad una difficoltà di resilienza del servizio sanitario regionale sia in ambito nosocomiale che territoriale (contact tracing), ed ad una mortalità crescente.
Gli interventi della politica regionale di limitare l’arrivo dei soggetti contagiosi mediante certificazione di negatività virologica sono stati sospesi dall’autorità giudiziaria amministrativa regionale su richiesta del Governo italiano sia nel mese di giugno che in quello di settembre. La limitazione della circolazione di individui positivi provenienti da aree ad alta incidenza verso un contesto a bassa incidenza poteva rappresentare un importante intervento di sanità pubblica. Tuttavia, la perdita del senso di consapevolezza del rischio nella popolazione, sostenuta da discutibili dichiarazioni politiche e tecniche in ambito nazionale sulla fine dell’evoluzione epidemica, l’assenza di controlli comunitari, ed il mancato rispetto delle regole individuali hanno favorito la circolazione del virus, con un incremento sostanziale della trasmissione comunitaria alla ripresa delle attività lavorative e scolastiche a metà settembre, parallelamente a quanto accaduto in altre realtà regionali italiane ed in altri Paesi (ad esempio, USA, Spagna, Francia, UK); in particolare, il mancato rispetto delle regole di controllo dell’infezione nei trasporti locali e nelle attività ricreative e di aggregazione sociale (ad esempio bar e circoli) ha favorito la diffusione ubiquitaria del virus anche in piccoli centri urbani.
Gli aspetti demografici riferibili all’infezione e alla malattia non risultano dissimili da quelli descritti in altre realtà regionali. L’evoluzione prognostica più sfavorevole è stata identificata nei soggetti ultrasessantacinquenni e/o con almeno una comorbidità. L’età mediana dei casi di positività ha visto un incremento graduale: da valori intorno ai 30 anni nei mesi di luglio-agosto a valori intorno ai 50 anni nel mese di novembre.
La sostanziale differenza nell’evoluzione epidemica regionale pre- e post-estate è rappresentata dalla concentrazione di casi di positività nella provincia di Sassari all’inizio dell’ondata epidemica a marzo e dalla diffusione ubiquitaria dei casi di positività da settembre a novembre 2020.
Dopo un incremento dei casi di positività in concomitanza con le festività positività e di malattia durante le feste natalizie, si è assistito ad un graduale calo del numero dei soggetti positivi. Tuttavia, lo scenario epidemiologico potrebbe essere influenzato dalla diffusione di varianti virali ad elevata contagiosità, responsabili di un incremento dell’incidenza nel Regno Unito, in Sud-Africa, e Brasile.
Strategie di vaccinazione comunitaria potranno modificare significativamente l’occorrenza dell’infezione e della malattia qualora attuate in tempi rapidi, partendo dall’immunizzazione dei soggetti più vulnerabili.
Scuola e Centro Linguistico di Ateneo: collaborazione al servizio dei dottorandi
Dott.ssa Magda Sanna (Responsabile del Centro linguistico di Ateneo)
Dall’inizio del 2019 il Centro linguistico di Ateneo e la Scuola di dottorato dell’Università di Sassari hanno stipulato un accordo per la programmazione di Corsi di lingua inglese e di Italiano per stranieri per i dottorandi iscritti nei diversi corsi di studio dei dipartimenti dell’università.
La Scuola di dottorato si è fatta carico di tutti gli oneri economici relativi all’organizzazione dei corsi.
Già dal primo anno gli studenti hanno mostrato vivo interesse e partecipazione, frequentando assiduamente e attivamente le lezioni, secondo il livello di lingua ottenuto nel test d’ingresso.
I dottorandi che hanno raggiunto il 70% delle presenze hanno sostenuto un esame finale, che comprendeva le 4 abilità linguistiche necessarie per conoscere una lingua moderna (saper ascoltare, parlare, leggere e scrivere).
I risultati sono stati positivi e soddisfacenti, sia per i corsi di lingua inglese sia per l’italiano per stranieri. È stato anche previsto il riconoscimento dei crediti formativi.
*dati relativi ai PhdD del Progetto Formed e dei programmi di mobilità internazionale
Considerata la situazione di pandemia relativa a Covid-19, per l’anno accademico 2020/21 i corsi sono stati organizzati full-time online.
Nei corsi di lingua inglese è stato registrato un notevole incremento di iscritti, in quelli di italiano per stranieri, con l’interruzione dei viaggi da/e per l’estero, purtroppo, c’è stato un decremento.
*dati relativi ai PhD del Progetto Formed e dei programmi di mobilità internazionale
Si auspica che la viva collaborazione fra il Centro linguistico e la Scuola di dottorato prosegua anche nei prossimi anni con l’implementazione di nuovi corsi di lingua.
L'Ateneo si arricchisce del nuovo Corso di dottorato internazionale in Economics, Management, and Quantitative Method

Prof. Dimitri Paolini (Coordinatore del Corso in EMQM, Università di Sassari)
Il PhD in EMQM (Economics, Management, and Quantitative Methods) è il nuovo percorso della Scuola dottorale dell’Università di Sassari. Questo nuovo percorso integra competenze nei campi dell'economia, del management e dei metodi quantitativi e si pone l'obiettivo di formare studiosi con una solida preparazione metodologica e interdisciplinare, capaci di padroneggiare strumenti analitici e computazionali, per sviluppare analisi (teoriche e/o empiriche) ovvero per prendere decisioni economiche e aziendali complesse.
Il PhD in EMQM ha caratteristiche che lo rende competitivo nel sistema universitario nazionale ed internazionale. Infatti:
- è internazionale, interamente in lingua inglese. Inoltre, il collegio dei docenti è composto in maggioranza dai ricercatori e professori del DiSea (Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali - Dipartimento di Eccellenza 2018-2023) dell’Università di Sassari, arricchito dalla presenza di sei qualificanti docenti stranieri (Francia, Regno Unito, Romania Spagna e Svizzera).
- è un double degree. È stata stipulata una convenzione di collaborazione con il GREThA (Groupe de Recherche en Economie Théorique et Appliqée) dell’Université de Bordeaux per il rilascio del doppio titolo (Double Degree). Agli studenti di dottorato che rispetteranno determinate condizioni, alla fine della formazione saranno quindi rilasciati due titoli, il titolo di dottorato italiano (dell’Università di Sassari) e il titolo di dottorato francese (dell’Université de Bordeaux).
- è vicino alle imprese e al territorio. Il dottorato beneficia di un importante rapporto di collaborazione con il Banco di Sardegna e Sardaleasing (Gruppo BPER) che hanno finanziato due borse di dottorato. Questa convenzione va verso la direzione auspicata dalla Scuola di dottorato dell’Università di Sassari, e cioè verso una collaborazione tra il PhD, impegnato nella ricerca, e i principali attori economici e industriali, al servizio del territorio.
Al primo anno del dottorato, gli studenti dovranno seguire tre corsi in lingua inglese obbligatori. Il primo in ambito economico (Econometrics), il secondo in ambito aziendale (Financial management and qualitative research) e il terzo in metodi quantitativi (An introduction to causal inference).
Al primo bando, il dottorato ha ricevuto 46 domande da candidati da diverse realtà nazionali e internazionali: 11 con una laurea magistrale conseguita presso l’Università di Sassari, 22 da altri Atenei italiani e 13 da Atenei stranieri. Sono risultati vincitori 7 candidati di cui 2 con la laurea magistrale dell’Università di Sassari, 2 dell’Università di Torino, 1 dall’Università Politecnico della Marche, 1 della Luiss di Roma e uno studente straniero brasiliano, con un Master conseguito presso l’Università di Liverpool (UK).
La professoressa Maria Grazia Melis è la nuova Coordinatrice del Corso di dottorato in Archeologia, Storia e Scienze dell'Uomo

Dott.ssa Margherita Scanu (Segreteria e comunicazione della Scuola di Dottorato UNISS)
Un'intervista alla nuova Coordinatrice del Corso di Dottorato in Archeologia, Storia e Scienze dell'Uomo, la professoressa Maria Grazia Melis, per conoscerla meglio e per scoprire i suoi progetti alla luce di questo nuovo incarico.
Ci racconta come è cominciata la sua carriera universitaria?
Dopo la laurea in Lettere classiche all’università di Cagliari, ho conseguito la specializzazione in Archeologia preistorica e protostorica e il titolo di Dottore di ricerca in Archeologia (Preistoria) presso l’università di Roma “La Sapienza”. Ricopro il ruolo di professore associato nel settore scientifico-disciplinare Preistoria e protostoria (L-Ant/01), con abilitazione alla prima fascia, presso il Dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione.
I miei insegnamenti riguardano l’archeologia preistorica e protostorica, con particolare riferimento ai fenomeni culturali europei e del Mediterraneo: Paletnologia nel corso di laurea in Scienze dei beni culturali, Preistoria e Tecnologia della produzione ceramica nel corso di laurea magistrale in Archeologia, Preistoria e protostoria 1 presso la Scuola di specializzazione in Beni archeologici. Sono membro di società scientifiche nazionali e internazionali e della Commissione scientifica "Neolithic Civilizations of the Mediterranean and Europe" dell’UISPP (Union Internationale des Sciences Préhistoriques et Protohistoriques).
Il mio principale impegno in ambito gestionale all’università di Sassari ha riguardato l’internazionalizzazione e i programmi di mobilità internazionali, in particolare l’Erasmus, l’Ulisse e altri progetti specifici, quali il progetto Commo, sostenuto dalla rete UNIMED; me ne sono occupata ricoprendo per 12 anni il ruolo di delegata del dipartimento alle mobilità internazionali e di membro del Comitato Erasmus di ateneo.
Il suo lavoro sul campo è affascinante e ricco di esperienze, anche a livello internazionale. Lei dedica molta attenzione alla diffusione dei risultati della ricerca, anche tramite una piattaforma digitale aperta a tutti, e si interessa all’applicazione delle moderne tecnologie al lavoro dell’archeologo. Ci racconta più nel dettaglio come si svolge il suo lavoro?
La mia attività di ricerca è indirizzata a tematiche legate alla preistoria e alla protostoria europea e del Mediterraneo, con un interesse specifico per l’archeologia degli ambienti insulari e la Sardegna. Ho applicato metodologie interdisciplinari innovative nel campo della trasformazione delle materie prime e della documentazione archeologica.
Al primo ambito è dedicata gran parte delle iniziative scientifiche, didattiche e di Archeologia pubblica del Laboratorio di Preistoria e Archeologia Sperimentale (www.lapars.it), che ho fondato e dirigo dal 2010, in seno al quale ho stipulato accordi di collaborazione con istituti di ricerca italiani ed esteri. Parallelamente alla ricerca è stata avviata un’attività di editoria scientifica, con la creazione della collana digitale open access “Quaderni del LaPArS”; la serie, di cui sono editi i primi tre numeri ed il quarto è di imminente pubblicazione, ha ospitato i risultati delle ricerche del gruppo che afferisce al laboratorio e gli atti di un workshop internazionale. In tutte le attività ho prestato una particolare attenzione, anche con co-tutele internazionali, alla crescita scientifica dei dottorandi, che hanno avuto l’opportunità di utilizzare gli spazi e le attrezzature del Laboratorio, di essere coinvolti nei suoi progetti di ricerca nazionali e internazionali e di pubblicare i risultati nell’ambito di équipes internazionali.
Nel campo dell’applicazione di nuove tecnologie per i beni culturali nel 2010 con alcuni amici ingegneri mi sono divertita ad avviare la sperimentazione dell’uso dei droni in archeologia. I primi risultati incoraggianti mi hanno portata ad impegnarmi nel campo del trasferimento tecnologico con la partecipazione alla Start Cup Sardegna 2010, la vincita del secondo premio e la fondazione di una società s.r.l., che è stata spin-off dell’università di Sassari.
La professione di archeologa mi ha portato a svolgere indagini sul campo di ricognizione e scavo archeologico in diverse località della Sardegna, dell’Italia peninsulare e estere (Corsica, Tunisia, Cipro); attualmente dirigo ricerche sul campo in una necropoli a domus de janas e in una grotta naturale del territorio di Usini, in collaborazione con il Comune e in regime di concessione ministeriale di scavo archeologico.
Al di là degli impegni scientifici e didattici ritengo che la trasmissione delle conoscenze sia un dovere di ogni ricercatore e questa convinzione mi ha portato a coltivare l’interesse per il dialogo con il grande pubblico, la divulgazione scientifica e la valorizzazione dei beni culturali, attraverso iniziative di Public engagement: laboratori di archeologia sperimentale, i “Seminari del LaPArS” ed eventi periodici, tra i quali “Un giorno da archeologo”.
L’incarico di coordinatrice del corso di Dottorato in Archeologia, Storia e Scienze dell’Uomo è un altro tassello nel ricco mosaico della sua attività di scienziata e docente, ci spiega come vede questo nuovo impegno e quali sono i suoi obiettivi?
Ho intrapreso con entusiasmo l’incarico di coordinare il corso di dottorato, in primo luogo perché ritengo che i dottorandi e i dottori di ricerca costituiscano una risorsa irrinunciabile per il futuro della ricerca scientifica. Nel contempo, sono convinta che il dottorato rappresenti una componente strategica per il raggiungimento di quegli obbiettivi di eccellenza, cui mira l’istituzione universitaria, per mantenere il ruolo di raccordo con il mondo del lavoro e, come espresso nel Manifesto di Udine (G7 – Università, 2017), il ruolo di “attore chiave e partner” nella promozione della mobilità sociale, dello sviluppo economico e nel rafforzamento delle dinamiche di cittadinanza globale.
Tuttavia, i nostri corsi soffrono della carenza di risorse destinate alle borse di dottorato, che, di fatto, limita l’accesso ad un numero di allievi certamente inferiore a quello dei candidati meritevoli. Una tale difficoltà può e deve essere superata attraverso un impegno collegiale, al quale siamo tutti chiamati, singoli docenti, coordinatori, istituzioni, anche incentivando il dialogo con il territorio. Oltre a questo obbiettivo per il mio triennio di coordinamento ritengo importante innanzitutto favorire il dialogo scientifico tra dottorandi e docenti, aperto non solo ai membri del collegio e degli altri corsi di dottorato, ma anche alla comunità universitaria intesa in senso più ampio sia in ateneo che nello scambio interuniversitario, che facilita l’avvio di preziose iniziative di collaborazione e co-tutela di tesi.
Ritengo necessario incentivare la formazione internazionale dei nostri dottorandi e, con il coinvolgimento dei docenti e dei tutor, incoraggiare la cooperazione con istituzioni di ricerca esteri attraverso la stipula di convenzioni, che favoriscano lo scambio di dottorandi, il dialogo scientifico e il confronto metodologico, con l’obbiettivo a medio/lungo termine di creare le basi per l’avvio di un corso di dottorato internazionale.
Il Corso di Dottorato in Scienze Biomediche ha una nuova coordinatrice, la professoressa Margherita Maioli

Dott.ssa Margherita Scanu (Segreteria e comunicazione della Scuola di Dottorato UNISS)
Conosciamo meglio la Professoressa Margherita Maioli, Professore Associato in Biologia applicata presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e nuova Coordinatrice del Corso di dottorato di ricerca in Scienze Biomediche.
Partiamo dal principio: come è cominciata, come si è evoluta la sua carriera universitaria?
Mi sono laureata a Sassari in Scienze Biologiche, e, spinta dalla mia passione per la biologia molecolare ho usufruito di una borsa di studio presso il “Laboratory of Molecular Pathology, International Centre of Genetic Engineering and Biotechnology” (ICGEB), a Padriciano, Trieste. Dopo un periodo trascorso al CNR ho intrapreso il percorso di dottorato di ricerca in biochimica presso la facoltà di Medicina, all’Università di Sassari.
Durante questo percorso ho avuto modo di iniziare diverse collaborazioni internazionali, in particolare con l’NIH di Baltimora, con aziende quali la Ely Lilly (da cui ho avuto un grant di ricerca) e con la Sintofarm (da tale collaborazione è scaturito anche un brevetto internazionale).
Nel 2005 sono diventata ricercatore presso il Dipartimento di scienze biomediche. Nel mio percorso formativo rientra anche la Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione che ho frequentato presso l’Università di Cagliari, concludendo il percorso all’Università di Sassari.
Dal 2012 sono coordinatore scientifico del Dipartimento di Medicina Rigenerativa IRF (Istituto Rinaldi Fontani, a Firenze: Istituto Clinico di Ricerca e Formazione in Ottimizzazione Neuro Psico Fisica Riabilitazione Avanzata e Medicina Rigenerativa) e IRF-Shangai. Grazie alle numerose collaborazioni internazionali sono Visiting professor presso il Ludwig Boltzmann Institute for Experimental and Clinical Traumatology in the AUVA research center, Austrian Cluster for Tissue Regeneration, a Vienna; la Second Faculty of Medicine, Charles University, a Praga, e recentemente anche presso la Fundação Universidade Federal Do Amapá (UNIFAP, l’Università della Repubblica Federale del Brasile).
Dal 2016 ricopro il ruolo di Professore associato in Biologia applicata presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, qui a Sassari. Dallo stesso anno sono Cofondatore e Direttore Scientifico del “Center for developmental biology and reprogramming-CEDEBIOR”. Il centro è stato creato con la finalità di favorire l’interazione tra Ricercatori esperti in diverse discipline, allo scopo di permettere studi nel campo della biologia cellulare, in particolare mediante approcci innovativi quali energie fisiche ed epigenetica.
Un percorso ricco e stimolante, che l’ha portata a incontrarsi e confrontarsi con ricercatori di tutto il mondo. Ci può spiegare, in modo informale, in cosa consistono le sue ricerche?
Le mie attività di ricerca, svolte nell'ambito progetti nazionali ed internazionali, e di numerose collaborazioni con fondazioni private ed aziende, sono incentrate sulla biologia delle cellule staminali finalizzate alla medicina rigenerativa.
Le cellule staminali, come amo definirle, sono cellule bambine che non hanno ancora deciso cosa faranno da grandi. Si tratta di cellule potenti che possono evolvere verso diversi destini, nell’embrione danno origine alle diverse tipologie di cellule che compongono tessuti e organi, e nell’individuo adulto si occupano di sostituire gli elementi cellulari invecchiati o danneggiati, riparando un danno. Una delle sfide per chi lavora in questo campo è proprio capire come convincere queste cellule così potenti ad intraprendere il loro destino, rendendosi utili per il benessere dell’organismo.
In questo contesto noi abbiamo utilizzato diverse strategie, sia di tipo chimico, ma anche di tipo fisico, come i campi elettromagnetici e radiofrequenze, per indirizzare le cellule staminali verso un particolare tipo cellulare, ad esempio cellule cardiache, oppure cellule dell’osso oppure cellule della pelle. Abbiamo ad esempio utilizzato sostanze di origine naturale, contenenti molecole in grado di implementare la capacità rigenerativa delle cellule staminali. Tali molecole possono essere inoltre integrate in sistemi innovativi che ne garantirebbero il rilascio controllato (nanofibre) e su cui stiamo lavorando come parte del “Cluster Nanoprogress” in diversi progetti europei, per la realizzazione di prodotti utilizzabili nel campo della rigenerazione ed invecchiamento cutaneo.
Dalle sue parole emerge una grande passione per questa ricerca, un lavoro che non è solo un grande impegno professionale ma qualcosa che la entusiasma. Fuori dal laboratorio, l’impegno per il Corso di dottorato: come intende affrontare questo nuovo incarico?
Dal 2011 faccio parte del collegio dei docenti del corso di dottorato in Scienze Biomediche e dall’anno accademico 2014/2015 , in seguito all'accreditamento da parte del MIUR, sono Responsabile del curriculum in Genetica Medica. Da allora sono stata tutor di diversi dottorandi che ho avuto il piacere di seguire durante il loro percorso formativo. Tale percorso ha sempre riguardato anche un periodo trascorso presso qualche centro di ricerca all’estero, sempre inserito nell’ambito di progetti di ricerca a respiro internazionale. Svolgo regolarmente attività didattica nell’ambito del dottorato e ho lavorato attivamente in questi anni stipulando un accordo con il CNR e l’anno scorso un accordo con l’Università di Praga che ci ha permesso di trasformare il corso di Dottorato in Scienze Biomediche in un Dottorato Internazionale.
Sono molto contenta dell’incarico che i miei colleghi mi hanno affidato e penso che continuerò sulla strada già intrapresa dal Prof. Piana. In particolare cercherò di concludere un accordo con l’ATS e l’AOU di Sassari, che permetterà a personale già strutturato di intraprendere il percorso formativo del dottorato di ricerca.
Penso però che sarà importante riuscire ad attrarre anche dottorandi di ricerca provenienti da altre città italiane o altre nazioni. In questo contesto l’anno scorso il curriculum di Genetica medica ha riservato un posto ad un laureato straniero o italiano laureato all’estero. Abbiamo valutato diversi candidati provenienti da varie nazioni, attualmente una ragazza brasiliana sta svolgendo il suo percorso di dottorato presso la nostra Università. Tutto ciò a mio parere permetterà una crescita formativa dell’intero corso.
Sarà anche importante continuare a collaborare con vari centri di ricerca in Italia e all’estero, per offrire la possibilità ai nostri dottorandi di implementare la loro formazione, ma anche con le Aziende, partner importanti dei dottorati industriali. Dal 2017 al 2020 sono stata infatti responsabile di un Dottorato innovativo a caratterizzazione Industriale, finanziato dall’ANVUR nell’ambito del bando PON RI 2014/2020. Tramite questo percorso formativo i dottorandi hanno la possibilità di seguire un percorso completo che va dalla realizzazione e messa a punto di un nuovo prodotto, fino alla sua immissione nel mercato, parliamo quindi di applicazioni pratiche, che li aiuteranno ad affrontare in futuro il mondo del lavoro.
Reclutare dottorandi al tempo del COVID: la strategia di comunicazione del Corso di Dottorato in Scienze Veterinarie

Prof. Antonio Varcasia (Delegato del Direttore e Responsabile della Comunicazione e dei Social Media del Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università di Sassari)
La comunicazione attraverso i social media è ormai una caratteristica dei nostri tempi e chi ha avuto modo di lavorare in questo campo, ne ha sperimentato l’importanza. Quasi tutti i millennial, ragazzi under 30, sono almeno su una piattaforma social e ormai è diventato un habitus tale per cui anche l’informazione è appresa e canalizzata attraverso i social network. L’idea che i social siano soltanto “un luogo” dove condividere foto o video con gli altri è fuorviante in quanto il meccanismo dei social network è molto più organizzato e potente, tanto da condizionare pesantemente la comunicazione politica, economica, sociale e perfino culturale. In pochissimi anni il web e i social hanno esautorato quasi completamente la forza della stampa e della TV, arrivando in maniera capillare ovunque. Questo fenomeno è stato estremizzato durante l’emergenza Covid19 ed il lockdown, amplificando ulteriormente la comunicazione online, divenuta anche unico legame con gli studenti.
Fra i social network, Facebook e Instagram sono fra i più utilizzati dalle fasce d’età che comprendono giovani neolaureati o professionisti nei primi anni della carriera. Alla luce di quanto esposto, il Corso di Dottorato in Scienze Veterinarie ha deciso di utilizzare una strategia che avvicinasse il mondo della ricerca ai ragazzi, andandoli a cercare proprio in rete, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico ampio ma selezionato e recettivo.
Per questo è stato quindi programmato e realizzato per tempo un evento live su TEAMS ma soprattutto in LIVE streaming su Facebook, sul canale del Dipartimento di Medicina Veterinaria con il seguente programma:
18.00 – Perché fare il dottorato di ricerca? – (5 min) - motivazioni e sbocchi occupazionali – presentazione del corso - Prof. Fiammetta Berlinguer, Coordinatrice PhD in Veterinary Science
18.05 – La scuola di Dottorato - (2 min) - Prof. Antonello Cannas, Direttore Scuola di Dottorato
18.08 - Presentazione del bando e consigli pratici per la domanda e il concorso (5 min) - Prof. Fiammetta Berlinguer
18.15 - Presentazione delle posizioni e borse messe a bando – (10 min – 1 minuto per posizione nel quale il tutor illustra gli obiettivi – come perseguirli – con quali eventuali collaborazioni)
18.25 - PhD stories - Dr.ssa Valentina Secchi – (2min) – Dottoranda
18.27 – PhD stories - Dr. Antonio Spezzigu - ex alumno
18.30 - Question time – domande e risposte dei partecipanti LIVE da facebook e Teams (potete scrivere dei messaggi nella chat della diretta).
L’evento è stato pubblicizzato su Facebook e Instagram targetizzando i post su laureati italiani e stranieri che avessero una laurea magistrale e interessi in discipline medico, veterinarie e biotecnologiche.
La pubblicità dell’evento:
https://www.facebook.com/events/1601438850015782
La registrazione Live dell’evento:
https://www.facebook.com/vetsassari/videos/325012791837572
Per i video relativi alle singole posizioni messe a bando, la metodologia è stata quella di richiedere ai docenti tutors di definire in un abstract il razionale, gli obiettivi e le metodologie di sviluppo del progetto. Successivamente sono state inviate dal coordinatore del dottorato ai docenti tutor delle linee guida per la realizzazione di un video, che avesse come traccia l’abstract di cui sopra, realizzato con smartphone nella maniera più naturale possibile e in massimo 1 minuto.
L’evento Live ha riscosso un discreto successo ed inoltre è stato uno dei primi ad essere trasmesso non su una piattaforma di streaming ma su un social network, quindi cambiando radicalmente l’approccio, da “invitare in una stanza virtuale”, ad andare letteralmente a casa di ognuno che avesse in qualche modo le caratteristiche per poter fare un PhD. Ovviamente arrivare non è garanzia di essere letti, visti o ascoltati, ma il messaggio è stato presentato nelle modalità più naturali per una persona di quella età.
La promozione del corso non si è esaurita in questo evento, ma mediante il delegato della Commissione Comunicazione del Dipartimento i video, dopo un breve editing, sono stati utilizzati per promuovere le singole posizioni messe a bando, sia su Facebook che su Instagram che attraverso una playlist appositamente creata su Youtube. Tutti i video delle posizioni, cosi come i tutorial e i video dei testimonials, sono stati calendarizzati nel periodo di tempo compreso fra evento live e scadenza del bando #Uniss, anche qui targetizzando le posizioni, in alcuni casi per area geografica (Libano, Tunisia).
Grazie alla promozione del corso, al bando di selezione per l’accesso al Corso in Scienze Veterinarie – XXXVI ciclo - sono state presentate un totale di 55 domande, delle quali il 22% sono state presentante da candidati provenienti da altri Atenei Italiani ed il 25% da candidati provenienti da Atenei esteri. Al bando di selezione del XXXV ciclo erano state invece presentate un totale di 16 domande, delle quali il 12.5% sono state presentante da candidati provenienti da altri Atenei Italiani ed il 37.5% da candidati provenienti da Atenei esteri. La promozione ha quindi avuto un indubbio effetto positivo sull’attrattività del Corso.
Come cambia il mondo del lavoro: l’impatto del Covid 19 e le skills del futuro

Dott.ssa Lucia Salto (Project Coordinator, Career Development, Facilitator for PhDs, International Networking Development, Event Management, Università di Torino)
Nel suo esaustivo articolo Massimo Follis ha messo a fuoco lo scenario che si prospetta con l’introduzione dello smart working, affermatosi negli ultimi mesi per cause di forza maggiore dovute alla pandemia.
Siamo entrati in una nuova fase del mondo del lavoro, caratterizzata da un cambiamento graduale delle modalità di lavoro e da una revisione degli stessi modelli organizzativi, da cui conseguiranno una radicale innovazione dei profili professionali esistenti e lo sviluppo di nuovi profili...
L’articolo completo della dott.ssa Salto è stato pubblicato sulla rivista online “Dialoghi Urbani”: per leggerlo clicca qui.
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Dottorati e imprese: i nostri partner - Doctorates and companies: our partners
Prof. Antonello Cannas (Direttore della Scuola di Dottorato dell’Università di Sassari)
Il corso di dottorato è, in tutto il mondo, il ciclo di formazione universitaria di più alto livello: esso è destinato non solo a produrre giovani ricercatori, ma anche a formare giovani professionisti della ricerca per le aziende ed innovatori del sistema produttivo.
Nelle nazioni più avanzate, Italia Inclusa, il 60-80% dei dottori di ricerca (PhD) è impiegato al di fuori della ricerca: lavora nelle aziende private, sviluppa aziende innovative e start-up, conduce attività di libero professionista e consulente specializzato e di alto livello, si occupa della ricerca industriale, del trasferimento tecnologico e dell’innovazione a vari livelli.
Per queste ragioni la Scuola ed i Corsi di Dottorato di ricerca UNISS hanno sempre privilegiato il rapporto con il sistema produttivo, stringendo accordi di collaborazione con le imprese private, dalle piccole imprese locali alle grandi multinazionali, al fine di condurre ricerche di loro interesse o di interesse più generale. Al momento sono attivi 55 posti di dottorato (il 23% del totale UNISS) sviluppati in collaborazione con aziende ed enti privati.
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There are 55 PhD positions developed in collaboration with companies and private bodies.
Download the file with the list of companies we collaborate with.